Oggi per caso ho rincontrato un mio amico dei tempi dell’università e per qualche attimo sono stato catapultato nella vita frenetica e poco autentica di allora.

Prima della malattia mentale ero convinto che dovessi fare di tutto e soprattutto da solo. Gli altri erano un impedimento o un semplice link utilitaristico per il raggiungimento dei miei scopi ed obiettivi.

Non mi sono mai concesso di pensare di poter chiedere aiuto in caso di difficoltà.

Chiedere aiuto è da perdenti.

Chiedere aiuto ti fa vergognare di te stesso.

Chiedere aiuto è ammettere a te stesso di non essere invincibile, infallibile e invulnerabile.

E tutto questo non me lo potevo permettere!

La malattia mentale come una buona amica mi ha dato il tempo per riflettere su me stesso.

Ricordo ancora quando, durante la psicosi e all’ascolto delle numerose voci deliranti e messaggere di morte, riuscii, in un attimo di lucidità, a chiedere aiuto ai miei genitori per far sì che quell’inferno cessasse.

Ricordo ancora quando ai miei ennesimi rifiuti nel prendere le medicine, perché fonte di avvelenamento secondo le voci, la parte sana di me chiedeva aiuto a chi in quel momento poteva essere di supporto.

Ho imparato, grazie alla malattia, la forza e il coraggio nel chiedere aiuto e nel condividere con gli altri significativi il tuo sé più autentico e le preoccupazioni a cui devi dare una risposta.

E tu, sei pronto a chiedere aiuto?

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