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... Ero un re, affabile e con il sorriso sulle labbra, pronto ad assistere ogni cliente con cortesia e disponibilità, e la cartoleria era il mio regno... ...Grugnirono un "buongiorno", indirizzandoci un cenno svogliato del capo. Ci comunicarono sbrigativamente il motivo della loro presenza e iniziarono a valutare ed etichettare le cose intorno a noi. Erano curatori fallimentari. #Fallimento. Una parola, dieci lettere che scavarono nel diaframma di ognuno di noi un cratere, un vuoto che sembrava impossibile da colmare... ... l'aria di casa, la nuova e piccola casa che avevamo trovato in affitto, era irrespirabile, greve di delusioni e rimpianti, vorticante di dubbi. Ci impegnavano per riprendere le nostre abitudini, i nostri colori, ma ormai qualcosa di era rotto per sempre... ... I dolci furono il nostro ponte. Sfruttando il tempo, unica cosa che abbondava realmente a quel punto, iniziammo ad impastare, farcire, decorare, dapprima torte semplici, poi, man mano che la nostra abilità aumentava, passammo a creazioni sempre più elaborate. Quei pomeriggi, rimestando nelle ciotole e leccando cucchiarelle, ci diedero l'opportunità di fare tornare mamma dal luogo grigio e triste in cui la sua mente era andata a nascondersi... Dovevo capire, dovevo sapere dove avevamo sbagliato, da che lato risiedeva veramente la colpa.

INTRODUZIONE

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Non mi bastava, non riuscivo a fare finta di niente, sapevo che avrei potuto fare qualcosa. Quindi, sempre con il cuore un po' rotto, sempre con una parte della mia mente arrovellata sulla faccenda, feci la mia scelta: GIURISPRUDENZA... ... Non che si potessero pretendere chissà quali concetti elevati da una conversazione occasionale e deliberatamente mirata su un regionale Napoli - Roma, ma mi colpirono molto il suo linguaggio essenziale e i suoi pensieri quasi infantili. Una manciata di minuti dopo scoprii che aveva la singolare abitudine di abbinare i calzini con le mutande, che profumavano di Chanel n. 5. Tutto questo, nel fragore metallico della toilette dove si consumò una delle mie migliori performance dall'effetto ansiolitico rapido ed efficace... ... L'indomani ci sarebbe stato il terzo appello di Diritto Commerciale.  Erano almeno quattro mesi che di notte, nel tempo residuo, mi ci dedicavo, ma non tentennai neppure per un attimo, mi precipitai verso l'armadio per scegliere la migliore giacca ed il miglior paio di jeans per quello che pensavo sarebbe potuto essere un incontro cruciale per la mia carriera nel mondo delle startup... ... Quell'atmosfera, quell'ansia, quell'acqua sul parquet, ebbero il potere di farmi dubitare della mia stessa identità. - Dunque Antonio - continuò - Se ti chiedessi cosa saresti più bravo a fare, tra il dipendente e l'imprenditore, tu cosa mi risponderesti? Stavolta la risposta era facile.  Non ebbi alcun dubbio nel rispondere: - l'IMPRENDITORE. Lascia le impronte delle mie scarpe lungo tutto il corridoio, ma stavolta non ci feci troppo caso. Impiegai il tragitto in metropolitana a programmare il breve e medio periodo della mia startup....

... L'idea è nata in seno al corso per startupper  Entrepreneurship Development Center dell'università. Come avevo previsto, quando pronunciai il titolo del corso, il volto dello Zio Pier si illuminò. Incoraggiato da quel goal, proseguii: al termine del percorso ho costituito la mia startup, Crowd Puller, il cui obiettivo è di curare tutta la fase di pre-seed delle startup: dalla formazione all'orientamento, passando per il team building e il supporto alla comunicazione. Mi piacerebbe offrire questo servizio agli studenti dell'ateneo attraverso "I-Lab": un laboratorio di pre-seed nel quale tutti gli studenti che abbiano una idea imprenditoriale possono trovare percorsi di mentorship dedicati... ... Ma io ne sono terrorizzato, sono troppo spaventato all'idea di perdonarmi di fronte a un fallimento. Vengo da un luogo in cui si forma solo gente di successo. Il successo è l'unico valore ed è l'unica cosa che dia valore. La mia ingrata famiglia ed io siamo ossessionati, perciò non lottiamo, scegliamo di vivere in balia di un mondo che ci spinge a credere che non abbiamo potenzialità, che non siamo abbastanza... ... Sarebbe sufficiente che io mi conoscessi e che mi accettassi per quello che sono. Sarebbe vitale che io accogliessi anche le mie paure, le mie insicurezze, le mie fragilità. Potrebbe essere un buon modo per superarle. Ma non qui. Non in questo mondo, non in questa vita in cui niente di quello che io faccio è mai abbastanza..

Iniziammo a baciarci ed ad abbracciarci.  Fu dolce e consolante.  Mi sembrò che facessimo veramente l'amore. Nel rivestirsi Joseph mi disse in tono imbarazzato: - Senti Antò, non lo sa nessuno, vero, di quello che è successo?  - No, figurati - gli risposi sorpreso. Si fece serio: - Non sto scherzando Antò. Questa cosa non è mai successa. Non solo per gli altri ma anche per me. Sai, io sono etero e quindi preferisco non pensarci più... ... Non mi scaldava, né m'illuminava, percepivo unicamente una sensazione di freddo interiore e di buio davanti a me. Su via del Corso iniziai as osservare le linee che separavano i mattoncini del marciapiede. Tutte simmetriche, tutte insopportabilmente precise. Decisi di evitare di calpestarle. Tutta quella sistematicità era angosciante.

Non volevo farne parte, non sentivo di meritarlo... - Non sei durato neanche due mesi, arrenditi. Non sei all'altezza delle tue idee! - Abbiamo sbagliato a puntare su di lei! - Che cazzo sta succedendo? - pigolai atterrito mentre, con le ginocchia al petto, mi presi la testa tra le mani, come a volermi proteggere. Provai sollievo ma durò poco perché il silenzio della mia mente fu interrotto da un fiume di voci di cui, stavolta, non intuivo la provenienza: - Lei non sarà mai nessuno, è destinato a fallire, non sarà mai uno di noi. - Incalzava nuovamente il direttore generale. Paura. Una Paura mai provata prima... ... Ero ancora solo in casa, così mi trascinai ad aprire la porta trovandomeli di fronte pallidi e visibilmente in ansia. Mi lanciai tra le braccia di mio padre e continuai a piangere ripetendo: - Le voci papà, non stanno zitte un attimo! - Quali voci Antonio? - rispose stringendomi tra le braccia - Stai tranquillo, ti prego, aiutaci a capire! - Anche adesso papà, non si fermano neanche per un secondo. È da ieri pomeriggio che mi perseguitano! - aggiunsi disperato... ... Quello era il regno di mia madre. Aveva sicuramente trovato il modo di avvelenare anche l'acqua del rubinetto. - Antonio ora basta ti prego! - mi supplicò mia madre - Devi mangiare qualcosa!

- Ecco! La senti? Senti come ti implora? Vuole farti fuori a tutti i costi! Ti vuole morto Antonio. Insisteva Cassandra. Esasperato gridai: - No mamma. In quel cibo c'è veleno. Perché vuoi uccidermi? Non ricordo di aver visto mia madre così spaventata... Il Prof. Nardi staccò un foglio dal blocco delle ricette e continuò: - Ora ti prescrivero' un farmaco che metterà a tacere quelle voci. Una volta silenziate potrai pensare di iniziare un percorso di psico-terapia. Queste gocce dovrai prenderle... La voce del dottore si face sempre più ovattata mentre sopraggiungeva Cassandra con uno dei suoi acuti in stereofonia: - Hai visto? Ecco il veleno con il quale ti ammazzeranno!... ... Con la mia ritrovata lucidità, in quella calda primavera con le sue lunghe giornate piene di sole, mi sentivo lontano anni luce dallo psicotico che ero stato. Guardavo con disprezzo a quell'immagine e a tutto ciò che essa rappresentava: dall'inaccettabile battuta d'arresto che aveva imposto al mio luminoso percorso di carriera, fino a una vulnerabilità che proprio non riuscivo a riconoscere né a me né alla mia mente... ... L'etimologia di Crisi deriva dal verbo greco krino = separare, cernere, in senso più lato, discernere, giudicare, valutare. Nell'uso comune ha assunto un'accezione negativa in quanto vuole significare un peggioramento di una situazione.

Se invece riflettiamo sull'etimologia della parola, possiamo coglierne anche una sfumatura positiva, in quanto un momento di crisi cioè di riflessione, di valutazione, di discernimento, può trasformarsi nel presupposto necessario per un miglioramento, per una rinascita, per un rifiorire prossimo... ... " Tu sei importante Antonio. Tu vali" Questo mantra me lo ripetevo praticamente ogni giorno, dopo l'ennesimo messaggio automatico di risposta a una candidatura o i "le faremo sapere" che chiudevano i colloqui via Skype. "Tu sei importante Antonio. Tu vali", mi dicevo. Poi, quel rituale di sopravvivenza veniva interrotto da una consapevolezza più profonda e più potente: "Non ci credo neanche un po', maledizione!"... ... Io non sono come te Antonio. - La sua voce era tremante mentre aspirava nervosamente profonde boccate - Io, io non ci riesco, insomma, si può dire che io abbia ancora difficoltà ad ammetterlo a me stesso... - Ma ammettere cosa? - lo interrogai spazientito - Che ti piacciono gli uomini? Rispondi. Chi ti credi di essere? Quale genere di mostro?! Mi guardò sconvolto... ... Respirai profondamente l'aria profumata del mare e gli accarezzai i capelli arruffati dal vento. Con tono più pacato continuai: Pensi che io non me ne accorga di tutte le volte in cui mentre passeggiamo, mentre chiacchieriamo, mentre ci baciamo e finanche mentre facciamo sesso, tu sei lì a farti ridere dai sensi di colpa?  Credi che io sia cieco o insensibile per restare impassibile di fronte al dolore che ostacola la tua felicità?... Sempre grazie alla malattia mentale (oddio la sto ringraziando!) Ho imparato che per conseguire realmente il mio potenziale, devo circondarmi di un sistema più forte. E che per poter trovare buoni amici devo, per prima cosa, essere un amico io.

In tutti gli anni che l'hanno preceduta, invece, la mia preoccupazione era stata di proiettare una certa immagine di successo che mi impediva di ammettere di aver bisogno di aiuto... ... La mia incessante ricerca della perfezione, inoltre, aveva fatto sentire le Persone intorno a me come se non stessi permettendo loro di essere imperfette.  Di fatto le allontanavo. Ho dovuto imparare a tirare giù i muri che mi ero costruito per consentire agli altri di entrare per davvero nel mio mondo... ... Avevo scoperto l'esistenza della "Crescita Avversativa", ovvero di una crescita che si realizza dopo le avversità. In pratica, nel bel mezzo di una sconfitta, il nostro cervello è perfettamente in grado di trovare percorsi diversi dall'autocommiserazione per affrontare le difficoltà. Questi percorsi, una volta imboccati, non aiutano soltanto ad uscire dalla condizione di fallimento o di sofferenza, ma ci insegnano anche ad ottenere un maggiore successo...

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