Sono Marco, 42 anni, schizofrenico in stato di compensazione farmacologica e
inabile al lavoro.
Le mie giornate sono scandite in modo costante da attività routinarie senza alcun
imprevisto .
La mattina frequento i corsi/laboratori del Centro Diurno di Riabilitazione Psichiatrica
del mio quartiere insieme a ragazzi che come me hanno in questi corsi /laboratori
l’unica possibilità di crescita personale.
Noi non abbiamo diritto ad una vita piena, ci manca sempre qualcosa, quel quid che
la routine quotidiana non ci consente di acquisire.
In questo contesto protetto sperimentiamo l’amicizia, l’amore e le relazioni tra pari:
noi ragazzi speciali siamo pronti ad aiutarci nel condividere il carico emotivo della
malattia.
Poi, durante un corso di formazione professionale, sono venuto a conoscenza della
figura del FACILITATORE SOCIALE della SALUTE MENTALE e mi sono reso conto del
contributo che potevo dare, con la mia esperienza di malattia, a chi stava
percorrendo un percorso di guarigione, non solo clinica ma anche sociale.
Da qui la mia richiesta di potermi formare in questa direzione.
La malattia prima e l’inabilità al lavoro poi mi hanno portato ad un vuoto di
personalità, all’incapacità di definirmi, di decidere cosa fare e come farlo, a non
capire la propria ragione d’essere nel mondo.
Tutto questo ti porta a rivedere delle scelte e a farne semmai altre, interrogandosi su
quale sia effettivamente la tua strada e cosa ne vuoi fare della tua vita.
Naturalmente le scelte e le possibilità sono limitate dalla mia condizione di fragilità e
dai vincoli burocratici relativi all’impossibilità di effettuare un lavoro reale
regolarmente retribuito.
Ed è per questo che ho accolto con entusiasmo, ottimismo e positività la possibilità
di formarmi come FACILITATORE SOCIALE della SALUTE MENTALE, ossia chi, nei
momenti più bui e di difficoltà, facendo uscire la parte migliore di sé, combatte
insieme ,con forza e senza giudizi, verso quella guarigione tanto attesa e ricercata.
Insieme sempre, battaglia per battaglia